AARON NIMZOWITSCH
1) Si rifiuti l'idea errata che ogni mossa debba portare qualcosa di immediato; anche mosse tranquille hanno diritto all'esistenza!
2) Si riconosca nella profilassi l'idea dominante del gioco di posizione. In questo senso si lotti contro le mosse di liberazione dell'avversario e si prevenga la disorganizzazione interna ponendo i propri pezzi in contatto con le proprie case strategicamente importanti.
3) Si abbia grande rispetto per la strategia del centro; si eviti ogni diversione prematura verso le ali (per timore di un'invasione al centro dell'avversario) e si operi all'insegna della centralizzazione.
4) Si giochi per la mobilità generale della propria massa di pedoni, ma non per quella di ogni singolo pedone.
5) Ci si abitui a considerare il dominio del centro come un "problema di limitazione della mobilità" e non come una questione di conto aritmetico dei pedoni ivi presenti.
6) Né l'attacco, né la difesa, bensì il consolidarsi è caratteristico del gioco di posizione!
1) Non conosco mosse di liberazione assolute. Queste si rivelano sempre errate in una posizione poco sviluppata, mentre, al contrario, un tratto non annoverato tra le mosse di liberazione può portare, con un po' di tempi in più, ad un gioco molto libero.
2) La maggioranza di pedoni al centro non deve essere fatta avanzare troppo, altrimenti la minaccia di creare un cuneo sarebbe molto molesta.
3) Limitazione della mobilità:
	a) lotta contro il pedone centrale mobile: lo scopo della limitazione della mobilità può essere espresso dicendo: "prima frenare, poi bloccare ed infine annientare!"
	b) lotta contro la maggioranza qualitativa.
	c) limitazione della mobilità dei complessi doppiati.
1) Il pedone di Donna isolato: la forza dinamica del pedone d4; l'isolano come debolezza nel finale; l'isolano quale strumento d'attacco nel centro partita; casi favorevoli al B ed al N; possibile insorgere di una debolezza riflessa tra i pedoni bianchi dell'ala di Donna.
2) La coppia di pedoni isolata: il possesso di una coppia di pedoni isolata deve fare di tutto per spingere in c4; a nessun prezzo può permettere un blocco.
3) I pedoni sospesi: i due pedoni sospesi non sono protetti, non sono cioè difesi da pedoni, e il loro bombardamento, quale conseguenza delle colonne aperte, sarà pertanto assai molesto; si presenta assai spesso la possibilità di ottenere una posizione relativamente sicura (intendo una posizione in cui i pedoni si difendono, cioè c5-d4, oppure d4-c4).
4) Dall'isolano ai pedoni sospesi: quando siete in procinto di spingere i vostri pedoni sospesi, non fatelo finchè non siete in condizione di presentire un barlume d'iniziativa dietro la "sicurezza bloccata" da voi desiderata: non dovete mai cacciarvi in una morta situazione di blocco, piuttosto continuate a fluttuare!
5) Gli Alfieri: la coppia degli alfieri è e rimane un'arma; nei finali di pedoni l'Alfiere (rispetto al Cavallo) è portentoso nell'impedire (o nel rallentare) l'avanzata dei pedoni liberi avversari; il vantaggio è costituito dal lungo raggio d'azione, lo svantaggio dalla debolezza delle case di colore contrario; i due Alfieri sono molto forti perchè la loro forza viene raddoppiata, mentre la loro debolezza viene neutralizzata dall'altro Alfiere; in ogni caso è la superiorità strategica (cioè il vantaggio della posizione aggressiva dei pezzi in confronto a quella passiva dell'avversario) che si fa valere, non la superiorità dell'arma in questione.
	a) gli Alfieri di Horwitz: vengono chiamati così quando occupano due diagonali vicine per borbandare in tal modo l'arrocco avversario;
	b) una massa di pedoni, che non deve necessariamente formare una maggioranza, avanza di molto, guidata dalla coppia degli Alfieri, portando come risultato all'imprigionamento dei Cavalli avversari;
	c) la limitazione della mobilità di una maggioranza di pedoni porta automaticamente al restringimento dei movimenti del Cavallo; ciò significa che i pedoni bloccati possono diventare facilmente un'ostacolo;
	d) gli Alfieri sono molto deboli in posizioni chiuse completamente o a metà.
1) Il contatto stabilito tra il punto forte e i suoi difensori deve tornare a vantaggio: del "punto", poichè la profilassi esercitata in tal modo gli offre la più grande sicurezza contro eventuali attacchi; dei "difensori" , poichè il punto diventa per loro una fonte di energia dalla quale possono attingere continuamente nuove forze.
2) Anche nel campo della catena di pedoni la superprotezione costituisce l'idea strategica fondamentale.
s. della base quale strategia per padroneggiare più tardi tutte le complicazioni, in modo quasi automatico;
s. delle case centrali per contrastare l'occupazione del centro da parte del nemico;
s. del centro quale misura difensiva per la propria ala di Re;
s. del Pedone d4 che fa da balia per il Pedone e5.
3) Solo i punti strategicamente preziosi devono venir superprotetti, non un pedone debole o un'ala di Re debole.
4) Bisogna sbarazzarsi dei pedoni deboli quando: la debolezza del pedone è evidente; la debolezza comparirebbe solo dopo un'avanzata di pedoni (propria o avversaria). La pecora nera deve venire eliminata all'inizio dell'operazione di avanzata compatta dei pedoni o durante la stessa, a seconda dei casi.
1) Per conquistare la debolezza nemica attacchiamola da diverse parti (gioco manovrato) sfruttando la maggior libertà di movimento, basata su certe condizioni di spazio; costringeremo così i pezzi avversari ad assumere posizioni difensive scomode: come conseguenza sorgerà un ostacolo alla difesa e la "debolezza" si rivelerà insostenibile.
2) La casa che tutti i propri pezzi tendono ad occupare, (per farne la base di ulteriori minacce e per minare la posizione dell'avversario), viene considerata una stazione intermedia, ed è perciò legittimo chiamarla l'asse attorno al quale ruota tutta l'azione manovrata. Citiamo degli esempi:
a) un pedone debole che viene preso di mira sia dalla settima traversa, sia dalla sua colonna;
b) due pedoni deboli, c3 ed h3;
c) il Re come debolezza: lo spazio viene utilizzato per due tipi di manovra; l'asse è costituito da una linea di demarcazione.
3) La riuscita di un'azione manovrata è possibile solo quando sono soddisfatte le seguenti condizioni:
a) la presenza di un'asse;
b) la varietà delle minacce da indirizzare contro la debolezza.
4) Noi manovriamo dapprima contro la debolezza evidente (c5). Grazie allo Zugzwang (unito ad alcune minacce), riusciamo ad indurre l'avversario ad uno "spiegamento di forze" (h3-h4). Ciò fa sì che la debolezza, latente prima di h4, diventi manifesta e facilmente attaccabile.
5) Il gioco combinato su entrambe le ali si basa di solito sulla lotta contro un'ala o contro un suo pedone debole, in modo da attirare l'altra ala avversaria fuori dalla sua riserva; in questo modo si creano nuove debolezze (sull'ala di riserva), dando l'avvio a manovre sistematiche contro di esse.
(Kalaschnikow-Nimzowitsch)
P.S.: Un interessante eccezione è il caso in cui opera come se sussistesse già la debolezza sull'altra ala.
6) Gioco manovrato in circostanze difficili (il proprio centro necessita di protezione). La varietà degli obiettivi d'attacco presenti (= debolezze nemiche) può compensare fino ad un certo punto la mancanza di varietà delle possibili minacce.